Visita ai Somba

Anche questa sera albergo senza internet e quindi niente foto ed è un peccato perchè è difficile descrivere quello che abbiamo visto.

Percorrendo circa 40km di pista abbastanza malandata ma con paesaggi bellissimi tra colline rigogliose siamo arrivati nelle terre abitate dai Somba. L’aspetto più interessante sono le loro abitazioni composte da tante torrette con tetto a punta (tipo quelle dei castelli) messe una accanto all’altra creando una specie di fortino circolare. Ce ne sono un po’ sparse d’ovunque, una per famiglia. Per capire meglio come vivono, abbiamo deciso di fermarci e provare ad entrare in una di queste. Non è stato difficile salvo che ci hanno chiesto subito soldi (sicuramente non siamo stati i primi). Contrattato un pagamento al capo famiglia abbiamo quindi potuto visitare l’interno. Nel cortile centrale un grande baobab ed in fianco una strana struttura composta da montagnole di terra con sopra nastrini, piume, ciotole rovesciate … quando vediamo un piccolo teschio di animale capiamo: sono dei feticci. In Benin molti seguono ancora i riti Vudù e probabilmente li vengono fatti dei sacrifici e dei riti sacri. Le persone sono povere, i bimbi nudi le donne e gli uomini vestiti di poco. Quando iniziamo ad andarcene subito incominciano a chiederci altri soldi, quasi ci aggrediscono, tant’è che dobbiamo velocemente risalire sui mezzi. A quel punto con Paolo decidiamo di dargli delle magliette. La reazione è stata per noi inattesa, se gli avessimo dato delle monete d’oro non sarebbero stati più contenti. Ci hanno ringraziato facendo addirittura degli inchini e così siamo riusciti a ripartire.

Tornando dal nostro giro abbiamo incrociato una delle tante scuole costruite qui con i fondi della Comunità Europea. Davanti, una trentina di bambini giocavano prendendo a calci un sasso tondo come fosse una palla. Non potevamo passare indifferenti; fermo Giuditta, Paolo salta nella cellula a prendere uno dei palloni di Federica mentre io predispongo il compressore per gonfiarlo. Intanto i bambini ,che inizialmente si erano allontanati impauriti, incominciano ad avvicinarsi e a guardare cosa stiamo facendo. Finita l’operazione di preparazione gli lanciamo il pallone. Neanche le foto rendono la scena che ne è seguita: correvano tutti dietro la palla urlando e ridendo e poco dopo sono tutti venuti a ringraziarci: “merci merci” ci gridavano.
Ripartiamo, raggiungiamo l’asfalto e lungo la strada cerchiamo un banchetto dove comprare della frutta. Qui facciamo il nostro terzo incontro significativo della giornata: si ferma al nostro fianco un ragazzo austriaco in sella ad una Yamaha nera con classico allestimento da viaggio. Scendiamo per conoscerlo e, tolto il casco, lui subito ci fa capire che è sordo e muto. Prende una mappa e ci fa vedere a gesti il percorso che vuole fare (uguale al nostro a parte il Chad). Ma la cosa più sorprendente è quando ci fa vedere il percorso che ha già fatto: più di 140 mila chilometri, passando per tutti i continenti in quasi 5 anni di viaggio. Da non credere.
Scambiamo un po’ informazioni sulle prossime tappe spiegandoci a gesti e poi ci salutiamo.

Arriviamo così a Djougou dove passiamo la notte in un albergo dove Walter, prendendo il controllo della cucina dell’annesso ristorante, ci prepara un ottimo piatto di spaghetti al sugo con pecorino. Evviva la cucina italiana.

commenti su “Visita ai Somba

  1. Che bello seguire il vostro viaggio e cercare di immaginare le tante emozioni che state vivendo! Buona continuazione a tutti.

    • Luca Quareni says:

      Grazie Marilena. Stiamo vedendo posti bellissimi. Ogni tanto è impegnativo ma fa parte del viaggio.
      Continua a seguirci.

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