Partiamo la mattina alle 6 come previsto, con i militari a bordo.
Kalashnikov e colpo in canna, documentato da questa foto accidentalmente scattata dallo stesso militare appoggiando il braccio sulla mia macchina fotografica.
Pare che questi guerriglieri Ninja siano ancora molto attivi. Durante il viaggio incrociamo un pulmino da loro assaltato e derubato e una loro bandiera sventolante bordo strada. I militari ci raccontano che non riconoscono il governo al potere e si finanziano derubando i malcapitati che si trovano a passare di la senza protezione.
Anche oggi il percorso è molto impegnativo e il fango molto insidioso perché molto bagnato e viscido.
Procediamo con GoGo davanti e Giuditta che segue (Gianpi parla francese ed io no, quindi riesce a seguire le indicazioni del militare).
Lungo il percorso vari mezzi bloccati nel fango
Facendo una deviazione suggerita dal militare di Gianpi, ci troviamo di fronte ad una zona con fango profondo e viscido. GoGo affronta l’ostacolo e lo supera di potenza. Giuditta lo segue sulle stesse impronte ma proprio poco prima dell’uscita dal fango il bordo del solco cede e il posteriore di Giuditta scivola inesorabilmente in una pozza di fango affondando con la ruota posteriore sinistra. Non c’è niente da fare, nonostante tutti i blocchi inseriti, Giuditta non riesce più ad avanzare ed anche la ruota anteriore affonda.
Non resta che legarla a GoGo e farsi aiutare dalla sua trazione.
Tiro fuori la strop e la fisso tra Giuditta e GoGo. Al primo tentativo GoGo tira troppo e la strop si spezza. Lego i due pezzi e ritentiamo. Giuditta avanza di un metro ma la strop si spezza nuovamente (dovremo dotarci di un cavo d’acciaio). Al terzo tentativo finalmente sono fuori.
Nel frattempo i nostri militari sono pronti all’azione in caso di attacco Ninja
Sistemo l’attrezzatura e si riparte.
Dopo pochi chilometri troviamo un ingorgo di camion infernale.
Alla fine di una discesa ci sono due grossi camion: uno rovesciato dentro una scarpata e l’altro bloccato nel fango sul lato opposto. La discesa è così viscida che i due mezzi hanno perso il controllo
Più avanti, nel canalone dopo la curva, mezzi provenienti in senso opposto, occupano tutta la carreggiata tentando di avanzare sul fango viscido.
Passeremo qui ore prima che tutti i camion in senso opposto riescano a passare.
Arriviamo a Brazzaville alle 18. Troppo tardi per prendere l’ultimo traghetto che ci avrebbe portato a Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo.
Domani è domenica e quindi non ci sono traghetti. Passeremo lunedì mattina.
Intanto ci sistemiamo in un bel albergo per recuperare dalle ultime fatiche.
caro Luca, che avventura mozzafiato! ti sto seguendo a tratti; ho visto delle bellissime foto di bambini e di donne in abiti variopinti, bellissime (sia le foto che le persone) e vedere queste immagini non proprio tranquillizzanti e leggere il tuo racconto è veramente emozionante. dopo questa avventura penserai di diventare anche scrittore?
un abbraccione. lucia
Ciao Lucia, bastasse così poco per definirsi scrittore!!!
In realtà mi diverto un sacco a raccontare la sera quello che è accaduto e mi piace l’idea che tanti amici ci seguano da lontano. Compensa il senso di solitudine che ogni tanto si fa sentire.