Il viaggio continuaaa

Alle 6 siamo già fuori dai mezzi; lo stomaco è bloccato; niente colazione. Tiriamo un po’ per le lunghe e poi, alle 7, decidiamo di andare dai poliziotti. Superiamo a piedi la sbarra che blocca il passaggio ai nostri mezzi e scendiamo in paese fino alla baracca della polizia. Qui troviamo il capo che si rifila la barba con delle forbicine. Ci dice che fino alle 8 non ci saranno aggiornamenti. Decidiamo comunque di stare li per fargli pressione. A quel punto sistemano, sullo sterrato di fronte, una panca e ci invitano a sedere. Sembriamo Ale e Franz, se non fossimo depressi ci sarebbe da ridere.
Arrivano le 8 ma, a quel punto, ci dicono che dall’ufficio del loro capo non rispondono. Bisogna aspettare.
Incominciamo allora a spiegare, a quello che sembra il più alto in grado, le nostre ragioni: se l’ambasciatore in Camerun non ci avesse fatto il visto noi non saremmo li; non possiamo neanche tornare indietro perchè il visto per il Congo è scaduto; le nostre mogli ci aspettano in Namibia.
A Gianpi viene anche in mente di dirgli che, se vogliono, ci scortino pure fino al confine con l’Angola. Il poliziotto incomincia a solidarizzare, dice che ha sbagliato l’ambasciatore in Camerun e che abbiamo ragione a voler passare. Prende il telefono e chiama il suo capo spiegandogli tutte le nostre ragioni (anche quella delle mogli). Niente da fare; devono decidere le autorità di Matadi con cui lui sta parlando. Alle 10 ancora nulla. Poi il primo segnale positivo. Vogliono sapere tutto il nostro percorso con le date dal Marocco a li. Velocemente facciamo la lista e la comunichiamo. Passa un’altra mezzora e niente. Alle 10:40 arriva il verdetto: possiamo passare.
Arrivati a Luozi, a 55km da li, saremo scortati dallo stesso capo del poliziotto fino a Matadi.
Il viaggio continuaaaa!!!
Regaliamo un po’ di bibite e biscotti ai poliziotti e partiamo di tutta fretta. Dobbiamo arrivare a Luozi in tempo per prendere l’ultima chiatta che ci porterà dall’altra parte del fiume Congo. La pista è molto rovinata (ma non ci importa); il panorama è stupendo. Viaggiamo su e giù per colline verdi  macchiate da boschetti rigogliosi. Ogni tanto si va a passo d’uomo tanto è rovinata la pista; per fortuna non piove se no sarebbe impraticabile. Ci mettiamo 3 ore a fare quei 55km. Ci aspettano all’ingresso del paese. Un poliziotto sale da Gianpi e ci porta fino alla loro postazione. Facciamo dogana e aspettiamo il grande capo che ci ha “salvato” convincendo i burocrati di Matadi a farci passare. Arriva dopo 15 minuti in moto; immaginate un omone, vestito in mimetica, cappello militare nero di traverso, occhiali da sole scuri e naturalmente nero come il carbone. Faceva paura; e invece, appena sceso dalla moto, con un sorriso dice: “Gianpietro, Luca”.
Tiriamo un sospiro di sollievo. Ci accoglie nel suo ufficio, ci fa fare lui le fotocopie dei passaporti e non vuole i soldi, va a cambiarci i dollari per pagare la chiatta e prende i biglietti. Gentilissimo. Il programma è passare il fiume Congo questa sera e viaggiare anche con il buio per arrivare a Matadi dove domani mattina faremo i visti per l’Angola. Con Gianpi viaggia il Poliziotto capo e con me un suo aiuto.
Siamo di fronte all’attracco della chiatta che finalmente arriva dopo una ventina di minuti. E li, la nuova sorpresa della giornata. Salta fuori un camion che pare abbia preso i biglietti prima di noi. Facciamo di tutto per passare. Gli offriamo anche dei soldi ma non c’è niente da fare. Passeremo la notte a Luozi e domani mattina attraverseremo con la chiatta delle 7:30. Nei prossimi giorni dovremo tirare di brutto, piste permettendo, per fare i 3.200km che ci separano da Windhoek e dall’appuntamento del 26 con le nostre donne.

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