Che giornata

L’ambasciata dell’Angola apre alle 9 ma noi alle 8:30 siamo già li. Quando arriviamo non ci sono ancora ne impiegati ne, tantomeno, l’ambasciatore. E sapete cosa fanno quelli all’ingresso? Ci portano fuori una panchina e la piazzano sul marciapiede invitandoci a sedere. Ormai chiamateci pure Ale e Franz. Alle 9:35 arriva Maria, la segretaria che ieri ci aveva detto di tornare oggi alle 9. Ci saluta, entra e dopo altri 15 minuti ci manda a chiamare.
Consegnamo tutti i documenti e solo a quel punto ci viene detto l’importo di cui dovremo fare bonifico 101$ a testa (chissà perchè quel cavolo di dollaro rotto; chi viene in Congo con banconote da un dollaro?). Corriamo in banca ed incredibilmente nel giro di mezzora siamo di ritorno. A quel punto Maria ci dice “Tornate alle 15”. Ma come!!! Le avevamo spiegato l’urgenza; le mogli che ci aspettano …
A me girano mentre Gianpi incomincia le sue trattative. Alla fine spunta le 11:30. Lei vorrebbe che noi tornassimo dopo ma insistiamo per rimanere a presidiare. Arrivano le 11:30 e niente, non c’è l’Ambasciatore.
Arrivano le 12 ed arriva l’Ambasciatore. Evviva!!! Niente da fare, manca lo Chef con le chiavi dei timbri. E arriva? Dovrebbe, ci dicono. Piccolo particolare, alle 13 l’Ambasciatore va via ed è venerdì. Se salta oggi se ne riparla lunedì 23.
L’ansia cresce, finalmente alle 12:45 arriva lo Chef e nel giro di 10 minuti riceviamo i nostri visti di transito per l’Angola. Gli ultimi per fortuna.
Alle 13 si parte. Per dove? Il grande dilemma è se passare il confine a Nòqui, vicino a dove siamo, o a Lufu a 55km da qui. La prima scelta sembrerebbe la migliore ma avremmo da fare circa 70km di pista. Da Lufu solo 12. Abbiamo visto che piste; non riesci a fare i 10km all’ora di media. Gianpi ha chiesto a mezzo mondo: autisti, camerieri, guardiani, taxisti, persone incrociate che gli ispiravano, naturalmente tutti i presenti in ambasciata compresa Maria.
Siamo praticamente a 50 e 50 ma quelli che hanno indicato Lufu sembravano più attendibili. Vada per Lufu.
Arriviamo all’inizio della pista e la troviamo, purtroppo, bagnata; ha da poco finito di piovere. Chiediamo ai poliziotti li presenti quanto tempo ci vuole per fare quei 12km e la risposta è: un’ora e mezzo. Caspita. Partiamo e subito sono pozze d’acqua e fango. Dopo 5 minuti arriviamo in un punto indescrivibile. Ci saranno almeno 10 tracce diverse, una in fianco all’altra, tutte sprofondano nel fango e sono piene di acqua. In una, un semirimorchio lungo una quindicina di metri prova disperatamente ad avanzare ma le gomme scivolano nel fango viscido. Mi guardo intorno e non so dove tentare il passaggio. Decido di scendere e vado verso il camion (ovviamente mi riempio di fango). Gli autisti a gesti mi dicono di prendere la traccia tutta a sinistra. Ma come! proprio quella totalmente coperta dall’acqua? Faccio una faccia perplessa e loro insistono: quella è quella giusta. Ok, decido di fidarmi. Ingrano la quarta per passare di slancio e percorro i 100 metri di pista fangosa alzando un mare di acqua. Sono fuori. Bravi loro. Io non ci sarei mai andato.
Uno di loro mi viene incontro e, parlando in inglese, mi chiede se gli diamo un tiro. Passa anche Gianpi e decidiamo di aiutarli. Prendo la strop mentre GoGo si posiziona con i suoi 460 cavalli.
In 5 minuti sono fuori. Ci ringraziano e ci dicono di seguirli. Ragazzi, ad aiutarli abbiamo fatto l’affare della nostra vita. Quelli erano i più cazzuti camionisti angolani che potevamo incontrare. Passaggi da paura e noi dietro. Arriviamo in un altro punto allucinante con ben due camion infangati. Tutti ci dicono di passare a destra ma i nostri amici niente. Quello più grosso scende, si toglie dalle tasche tutto, e a piedi nudi entra nella pozza che sta proprio al centro della pista. Cammina e sprofonda; arriva con l’acqua quasi alla vita e poi incomincia a risalire dall’altra parte. Arrivato fa il gesto di ok. Sarà una pozza di ben più di un metro di profondità piena di fango viscido. Il suo collega prende il loro bestione e si butta dentro a tutta velocità; alza un’onda di fango e passa. Ed io? Dietro naturalmente. Vedo Giuditta sprofondare nell’acqua che sale fin sul cofano, pesto sull’acceleratore e con un balzo salta fuori. Che scarica di adrenalina. Andremo avanti così fino alla frontiera.
Da li inizia l’asfalto. Ma credete sia finita? No, naturalmente. Velocemente sbrighiamo le pratiche di uscita dalla RDC ed arriviamo al ponte che delimita il confine. Tutto bloccato, c’è una fila infinita di camion che arriva dall’Angola per un grande mercato che ci sarà domani e blocca il ponte a senso unico. Aspettiamo un po’ e poi decidiamo di farci avanti. Con un po’ di intraprendenza ci infiliamo tra un camion e l’altro e riusciamo a passare. Primo controllo di polizia, tutto ok. Avanziamo di 200 metri e troviamo una sbarra chiusa. Una poliziotta strafottente ci dice che è chiuso, dobbiamo restare li fino a domani. Ricominciano le trattative con il poliziotto più malleabile. Dopo 5 minuti di terrore, ci aprono. Facciamo 500 metri avanzando con a sinistra una fila infinita di camion e ne troviamo uno che ha occupato la nostra carreggiata perchè ha bucato. Ha già la ruota smontata. Noi non possiamo aspettare. Chiudono gli uffici di polizia e dogana. Sulla destra del camion un piccolo varco nel fango. Gianpi scende ed io provo ad entrare mettendo le ruote di destra tra le canne; speriamo non ci sia un buco. Passo, poi è il turno di GoGo. Di corsa arriviamo agli uffici. Il cancello sulla strada è chiuso. Lasciamo li i mezzi e passiamo per il varco pedonale. Io vado in polizia con i passaporti, Gianpi in dogana.
In 20 minuti abbiamo fatto tutto. Siamo in Angola e ci hanno assicurato che faremo tutto e solo asfalto fino alla Namibia.
Con tutta l’adrenalina accumulata viaggiamo fino alle 22 e poi piazziamo i mezzi di fronte ad un distributore. Che giornata!!!

commenti su “Che giornata

  1. Sono catturato da questo racconto! che figata!!!

  2. Ma ben dai fatta anche questa !!!
    Buona continuazione!

  3. miiiiiii che avventura ragazzi ^_^
    mi sorge un dubbio però
    ma i locali per passare da un paese al altro con i loro camioni devono chiedere tutti il visto e il carnet e le fidelussioni e le varie scartoffie che dobbiamo chiedere noi ??

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