Le dune più alte del mondo

Continuiamo a svegliarci tardi e così arriviamo a Sesriem, l’ingresso del parco, quando sono le 12:15; un caldo infernale. Prendiamo la nostra piazzola al camp e mangiamo qualche cosa. Bisognerebbe aspettare le ore più fresche per avventurarsi tra le dune ma noi resistiamo solo fino alle 15 poi partiamo, tanto ci sono 60km per arrivare a Sossusvlei, il punto più famoso della zona, ai piedi delle dune più alte del mondo (io sinceramente vorrei che qualcuno misurasse le dune del Murzuk in Libia).
Il percorso è bellissimo. Sia a destra che a sinistra catene di dune rosse che si fanno via via sempre più alte. Arriviamo così al punto di partenza del percorso che porta alla Dead Vlei. Abbiamo visto delle foto e vogliamo assolutamente vederla. Non c’è nessuno ma decidiamo comunque di avventurarci. Sono un paio di km tra le dune. Ci premuniamo di acqua e cappelli e partiamo. In circa 30 minuti arriviamo… uno spettacolo. Spero che le foto rendano giustizia. Completamente circondata da dune rosse una spianata circolare bianca di fango secco con decine di acacie morte dalle forme più strane. Avvicinandoci ci accorgiamo che il fango, asciugandosi, ha formato tanti esagoni larghi una ventina di centimetri, trasformando il fondo in una specie di scacchiera. Se dovessi rappresentare un luogo della morte questo sicuramente sarebbe un valido candidato, con tutto lo strano fascino che da questo ne deriva.
Ritornati da Giuditta un po’ stravolti dal caldo, ci riposiamo e poi ripartiamo alla volta di Sossusvlei, un chilometro più avanti. La vista è fantastica ma, ancora stanchi dal percorso precedente, decidiamo di non fare la classica scalata delle dune. Prendiamo la via del ritorno con l’intenzione di fermarci alla famosa duna 45 per ammirare il tramonto. Lungo il percorso troviamo un tipo con l’auto insabbiata di brutto; è ormai da un’ora che cerca di uscirne ma senza successo. Mi fermo per dargli una mano ma è proprio in una zona di sabbia molla, non vorrei andare sotto anche io. Decido quindi di usare le piastre. L’intervento ha subito successo, l’auto schizza via come un fulmine uscendo d’impaccio in pochi secondi.
Arrivati alla duna 45 Chiara ci convince a salire. Lei sembra una gazzella e non fa fatica, noi, al contrario, arranchiamo con la lingua fuori. Arrivato quasi alla sommità ci sediamo ad aspettare il tramonto. Purtroppo appena il sole cala dobbiamo scappare per rientrare al camp entro l’orario di chiusura e quindi non godiamo fino in fondo lo spettacolo dei colori del tramonto.
Domani sveglia alle 4:30 per il giro in mongolfiera. Sarà una grande esperienza.

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