Oggi doveva essere una tappa tranquilla: traghetto per attraversare il delta del Maxa Minhama e poi pista fino alla famosa Punta de Oro. E invece!!! Partiamo e subito cantieri per la ricostruzione della pessima strada verso la capitale Maputo (cantieri cinesi naturalmente). Quindi una periferia infernale tra bancarelle e negozietti fino alla grande discarica della città (una vera montagna di rifiuti con gente che ci cammina sopra alla ricerca di chissà quale tesoro). Per il traffico bloccato dobbiamo fare anche una deviazione in uno sterrato tra baracche e buche. Finalmente arriviamo al pontile di imbarco. C’è la coda ed i soliti furbi. Va a finire che per attraversare ci mettiamo più di due ore.
Dall’altra parte mi avevano parlato di una buona pista di terra battuta. Ma quando? Forse anni fa; ora c’è una pistaccia piena di buche con aggiunta di fango. Troviamo comunque l’orfanatrofio di cui mi aveva parlato l’amico Roberto e così riusciamo a consegnare quanto portato dall’italia e matite e pennarelli comprati a Johannesburg.
Ciro ha fatto giocare le bimbe con il pallone ma presto abbiamo dovuto ripartire. Ci aspettano ancora 120km e non so cosa aspettarmi.
Certamente non la pista che abbiamo fatto. Prima buche, dossi e cunette che fanno saltare Giuditta a destra e a sinistra.
Poi un fondo sabbioso addirittura in mezzo ad una foresta fittissima dove Giuditta si apre la strada di forza tra la vegetazione. Siamo terribilmente in ritardo e non voglio farmi sorprendere dal buio in quella situazione. Continuo ad avanzare rallentando solo per non perdere il contatto con le 3 Toyota che mi seguono e alla fine arriviamo al campeggio poco dopo il tramonto.
Oggi è stata veramente dura ma alla fine è andata bene. Siamo in un bel campeggio in riva all’oceano e domani ci aspetta un fantastico “Ocean Safari”. Speriamo di vedere e nuotare con i delfini.
