Giornata dedicata agli Himba. Ci siamo fermati in molti dei loro villaggi del Marienfluss. Quasi sempre c’erano solo donne e bambini. Inizialmente erano un po’ diffidenti, poi, anche grazie a qualche regalo (zucchero, sale, tabacco e caramelle per i bambini), incominciavano a parlarci. Noi ovviamente non capivamo nulla ma la cosa era divertente e tutti si rideva. Le donne erano tutte vestite dei loro abiti tipici: gonnellina in pelle, seno scoperto, molte collane al collo, spesso cavigliere e una specie di cresta in pelle sulla testa.
Tutto il corpo coperto di una crema rossa così come i capelli raccolti in molte lunghe trecce.
Miti, molto miti, nessuna insistenza tipica di altre zone dell’Africa.
Così, passando di villaggio in villaggio, siamo arrivati all’estremo nord fino al fiume Cunene che divide la Namibia dall’Angola. Paesaggio bellissimo ravvivato da scimmie e coccodrilli.
Verso le due del pomeriggio decidiamo di andare incontro agli amici che oggi avrebbero dovuto passare il famoso Van Zyl’s Pass, una pista di montagna molto ripida ed insidiosa. Arriviamo all’arrivo della pista ma non c’è nessuno. Attendiamo per più di un’ora e alle quattro e mezzo decidiamo di far campo convinti di non vederli più. Ed invece, poco dopo, ecco il rumore della prima auto. In meno di dieci minuti arrivano tutti e finalmente mi ricongiungo con Walter e Guia con cui è partita la grande avventura della transafrica e che in Benin avevano dovuto rientrare in Italia.
Grande festa la sera con aperitivi e cena preparata da uno degli equipaggi.
Domani ci divideremo nuovamente per rincontrarci l’anno prossimo a Johannesburg e incominciare la risalita insieme.