Questa mattina li abbiamo finalmente incontrati. Siamo stati con loro circa due ore girando per il bush. Ci hanno fatto vedere come vivono, cosa mangiano, come si curano con le piante.
Hanno acceso un fuoco con i classici due legnetti e tostato per noi dei semi molto buoni (di gusto sembravano quasi bagigi).
Hanno estratto dal terreno un grosso tubero che poi abbiamo mangiato tutti insieme. Ricchissimo di acqua sembrava la parte bianca di una anguria (non particolarmente saporito ma molto dissetante).
Tutto evidentemente era “un po’ finto” ma ad ogni modo è stato molto istruttivo.
La guida, che ci traduceva in inglese le loro parole, ci ha spiegato che sono un popolo molto in crisi. Sono emarginati. I bambini se vanno a scuola vengono derisi e quindi spesso rinunciano. Molti uomini sono alcolizzati. Ora stanno cercando di tornare alle loro antiche tradizioni per riacquistare una identità di cui essere orgogliosi.
Dopo questa interessante esperienza ripartiamo. Molti chilometri ci separano da Johannesburg dove lunedì
incontreremo mogli, figli ed il resto del gruppo.
Unica nota da aggiungere un incontro particolare. Un ragazzo di Bassano che da più di sette anni vive tra Namibia e Botswana come volontario laico per insegnare i testi biblici alla popolazione locale. È’ stato così strano trovare, così lontano, un nostro 10 vicino di casa che non gli abbiamo neanche chiesto il nome.
Alla prossima.