Alle 8:00 si parte dopo una ottima colazione. Lungo la strada ci fermiamo per vedere le famose pitture rupestri. Al villaggio dove ci porta il gps ci dicono che bisogna andare a piedi e che non sono molto lontane. Due ragazzi si offrono di accompagnarci con il solito drappello di bambini al seguito.
Ci incamminiamo lungo un sentiero e poi giù per la falesia. Qui i ragazzi ci dicono che dobbiamo passare il ponte e andare su dall’altra parte per avvertire il custode della nostra presenza. Cerchiamo di convincerli ad andare direttamente alle pitture ma, niente da fare, bisogna fare tutta la salita per poi ridiscendere.
Poi scopriremo che la zona delle pitture è recintata e chiusa da un cancello di cui solo il custode ha le chiavi. Finalmente possiamo vedere i disegni. Sono un po’ rovinati ma alcuni veramente interessanti: uomini che ballano, uccelli in volo e poi i classici cacciatori con le prede.
Ripartiamo e poco dopo Giuditta ha un problema: la temperatura dell’acqua sale ad oltre 100 gradi. Per fortuna me ne accorgo subito e fermo tutto. Apro il cofano e scopro che una delle cinghie nuove è uscita dalla sede. Avevano fissato male il radiatore e questo, con le vibrazioni, ha fatto uscire la cinghia. In una ventina di minuti mettiamo tutto a posto ma … altra sorpresa. Il solito paraolio delle ruote che perde; questa volta è la anteriore sinistra. Decido di rabboccare l’olio e di proseguire. Spero, ripetendo questa operazione più volte, di riuscire a concludere il nostro giro. Ci penserà poi Willem a mettere tutto a posto.
Le montagne del Lesotho sono molto belle. Continuiamo a salire e scendere tra i 1.500 fino ai 2.880 metri incontrando villaggi e pastori al lavoro.
Alle 17:00 ci fermiamo in una guest house un po’ stanchi ma soddisfatti del percorso. Domani dovremmo arrivare ad oltre 3.200m.