La mattina alle 9:30 abbiamo appuntamento con il Sig. Coccia, un gentilissimo italiano che vive in SudAfrica da più di 40 anni e da un po’ segue tutta la documentazione storica di questo luogo dove più di 100.000 italiani hanno passato anni della loro vita come prigionieri degli inglesi. Mio zio Pino ci è rimasto dal 1941 al 1947.
Alcuni di loro ci sono anche morti; questo il curatissimo museo che ancora li accoglie
Visitiamo il museo dove sono raccolti centinaia di documenti che raccontano l’incredibile storia di questo luogo. Qui, grazie alle gradi capacità e umanità del comandante della prigione Col. Prinsloo, i nostri connazionali poterono esercitare attività teatrali, musicali, artigianali, sportive e ricreative. Gi italiani costruirono 17 teatri, 16 campi da calcio con piste e tribune, 80 campi da bocce, 16 campi da scherma, 6 campi da tennis, strutture per competizioni di pugilato, di lotta greco-romana, di pallacanestro e pallavolo. Organizzarono scuole per analfabeti, scuole di inglese e addirittura istituti tecnici professionali. Ecco alcune testimonianze
Il ritratto del Col. Prinsloo fatto da un prigioniero italiano
Una storia per gran parte di noi sconosciuta ma che qui viene commemorata e ricordata con orgoglio.
Nel pomeriggio arriviamo in aeroporto; il nostro viaggio termina qui. Ci rivedremo a settembre per una nuova avventura questa volta in Mozambico.