Sveglia alle 7:00 per essere alle 8:00 i primi visitatori del sito. Le rovine di Great Zimbabwe (in lingua shona “casa di pietro”) sono il più importante sito archeologico dell’Africa nera da cui prende il nome lo stato. Le prime strutture sono state erette nel 1200 da un popolo appartenente all’etnia bantu. Tutta la città è costruita in pietra senza l’uso di malta e cemento ed è divisa in due parti: la prima è una fortificazione costruita su un monte ed era la residenza del re, la seconda a valle era il villaggio con dominante la struttura circolare dimora della prima delle 200 mogli del re. Tanto per la cronaca pare che il re abbia avuto più di 1.000 figli.
Ecco alcune foto scattate con il cellulare perché quelle fatte con la macchina fotografica non posso pubblicarle senza il mio computer.
A proposito, se tutto va bene riuscirò a rientrare in possesso del mio Mac a Lusaka in Zambia. L’amico Willem me lo ha spedito presso l’albergo dove alloggeremo. Speriamo bene.
Dopo la parentesi culturale ci siamo sparati altri 300km fino a Bulawayo. Domani visita a Matopos.
Bel sito davvero!
Molto interessante.