Drone schiantato

Frigo italiano morto definitivamente; adottiamo quindi soluzione africana: un pacco di ghiaccio in una bacinella tra birre e l’immancabile Amarula. Per ora va così, poi a Lusaka si vedrà. 

Facciamo 300 chilometri su e giù tra bellissime colline. A destra e sinistra bellissime capanne e piccoli villaggi. 



Ogni tanto qualche maestoso Baobab. 


Ad ogni sosta mi diverto con il drone a volare tra le capanne suscitando lo stupore degli abitanti. 



Gli ultimi 50 chilometri sono di terribile asfalto pieno di buchi ma poi siamo premiati dall’arrivo al bellissimo camp sul lago Cariba. 

Subito con Stefano ci piazziamo fronte piscina con due belle birre ghiacciate e il drone che ci filma girandoci intorno. 


Quando capita il disastro … non mi accorgo di una palma dietro di noi e il drone va a finire tra i rami e si incastra ad almeno 10 metri. 


Con la nuovissima sega che ho comprato per aprire la strada a Giuditta nelle piste più impegnative, Stefano incomincia a segare i rami secchi della palma. 


Praticamente abbiamo potato mezzo albero però alla fine il drone è stato recuperato e per fortuna intatto. Ecco l’ultima foto scattata al tramonto dopo il recupero. 


Per cena spaghetti al pomodoro, salame e asiago stagionato. 

Grande giornata. 

Un commento su: “Drone schiantato

  1. …evviva il drone!

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