Nel cuore dell’Arabia Saudits

Oggi abbiamo fatto 700 km entrando nel cuore dell’Arabia Saudita. Tutta strada buona, minimo a due corsie per senso di marcia, si vede che è uno stato ricco. Lungo l’autostrada che da Jeddah porta a La Mecca ad un certo punto compare un cartello “Mussulmani dritto, Non mussulmani uscire a destra”. Non sappiamo cosa fare. Il navigatore ci dice che bisogna andare dritti ma 200m dopo il cartello vediamo in lontananza un posto di blocco. Decidiamo al volo di uscire ed il navigatore si adegua segnandoci un nuovo percorso. Prendiamo quindi atto del fatto che i non mussulmani non possono neanche avvicinarsi a quella città. La intravediamo solo a distanza, tra delle colline di rocce avvolta da una tetra foschia da cui svetta una torre simile alla famosa torre dell’orologio di Londra. Non abbiamo neanche il tempo di scattare qualche foto, siamo in ritardo sulla tabella di marcia.

Proseguiamo lungo una autostrada a due corsie fino a salire i 2.000 metri della città di Tariff. Bei paesaggi di montagna in un luogo che abbiamo immaginato di villeggiatura. Poi incomincia una lenta e lunghissima discesa in un paesaggio desolato fatto di deserto di pietre e polvere. Fino a qui questo paese non ci è piaciuto molto.

Per quanto riguarda la popolazione abbiamo incontrato persone diverse: molti ci ignorano del tutto, altri ci sorridono e salutano gentilmente, dei ragazzi addirittura ci avvicinano per intervistarci filmando tutto con i cellulari. Sono tutti esaltati e molto invadenti; toccano tutto, entrano in Giuditta senza neanche chiedere il permesso. Ci fanno mille domande. Sembravano lo stereotipo del giovane arabo figlio del ricco sceicco che crede di poter fare qualunque cosa. Dello stesso stampo doveva essere anche il guidatore di un grosso Toyota che prima ci ha superato zigzagando tra le nostre auto sfiorandoci a 200 all’ora, poi si è buttato fuori strada per guadare un piccolo fiumiciattolo ed in fine ha imboccato la corsia opposta dell’autostrada in contromano per qualche centinaio di metri. Un pazzo.

Alle 18:00 decidiamo di fare campo nel piazzale di un autogrill. Domani dovremo fare altri 700km per arrivare il più possibile vicini al confine con gli Emirati Arabi Uniti.

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