Quella che pensavo essere la frontiera più semplice ci ha decisamente tradito.
Partiamo alle 7:00 ed alle 8:00 siamo già in frontiera. Veloci le pratiche per uscire dall’Arabia Saudita ed anche la prima parte delle pratiche di ingresso negli Emirati Arabi Uniti; non serve neanche il Carnet de Passage. Poi tocca al controllo della dogana, ne ho fatti mille, sono tranquillissimo … e invece salta fuori uno che appena vede Giuditta mi fa segno di uscire dalla colonna e mettermi sul lato. Nessun problema, non ho nulla da nascondere salvo che Giuditta è un camper e questo decide che vuole vedere TUTTO. Incomincia quindi a far aprire e tirare fuori tutto dai gavoni esterni: attrezzi, ricambi, sedie, bidoni dell’olio. Persino la cassetta del cesso che poi vorrà ispezionare aprendo ogni sportello (fortunato lui che l’avevo appena pulita). Finito l’esterno passa dentro la cabina, vede la radio e la fa smontare completamente da un povero aiutante incredulo. I colleghi e i superiori cercano di fermarlo ma lui sempre più ligio al suo mandato di controllore del rispetto delle regole prosegue per la sua strada. Smonta la radio, smonta l’antenna, cerca addirittura di smontare il cavo dell’antenna che passa per delle canaline. Non vi dico poi dentro la cellula. Apre ogni gavone, ogni borsa. Quando trova le medicine esulta perché gli sembra assurdo che qualcuno abbia tutte quelle medicine. Infine trova il drone.
Non contento chiama i cani che si sniffano tutta Giuditta senza trovare nulla. Allora perquisizione personale: ci porta in una stanza e via le scarpe, fuori tutto dalle tasche ci palpeggia accuratamente dappertutto. Ovviamente non trova nulla.
A quel punto si rassegna al bottino di radio, drone e farmaci. Per questi ultimi arriva un medico che si passa i blister uno a uno studiando i principi attivi di ogni farmaco. I miei passano tutti. Paolo, che ha a volte problemi di dolori alle protesi delle anche ha degli antidolorifici che ci dicono non sono permessi negli Emirati. Che se li tengano, diciamo noi. Niente affatto a questo punto passa tutto in mano alla Polizia. Con l’aiuto del personale di dogana dispiaciuto per l’accaduto rimontiamo tutto su Giuditta ed aspettiamo la Polizia. Dopo due ore arriva. Ci scorta fino ai loro uffici dove rimaniamo senza sapere nulla per cinque ore. Non possiamo neanche uscire da soli per andare a prenderci del cibo in Giuditta; dobbiamo essere scortati.
Arrivano le 8 di sera e quando chiediamo informazioni ai poliziotti che sono in ingresso ci dicono con quel poco di inglese che sanno che probabilmente passeremo la notte li. Lo sconforto è al massimo. Sono 12 ore che siamo bloccati. Mai mi era successa una cosa del genere.
5 minuti dopo arriva una telefonata e mi passano la cornetta. È un signore che mi spiega in un ottimo inglese che ogni paese ha le sue regole ed io dovevo rispettare le loro. Che comunque ero il ben venuto negli Emirati Arabi Uniti e che ero libero di andare, riavendo indietro radio, drone e farmaci.
Lascio a voi ogni commento.
Alle 20:30 raggiungiamo gli altri in riva al mare dove a fatica io e Paolo mangiamo un pezzo di formaggio ed andiamo a dormire.