MASIRAH UN’ISOLA DA SCOPRIRE

Appena sbarcati ci dirigiamo verso sud alla ricerca di un posto dove fare campo. Un po’ preoccupati guardiamo la costa che non sembra molto attraente. Arriviamo all’indicazione di un Camp per surfisti e decidiamo di andare a vedere. Niente di che; meglio andare avanti. Su GPS vedo l’indicazione di un wild camp, quindi decidiamo di puntare li. Mai decisione fu più saggia. Arriviamo in una spiaggia bellissima. Sabbia bianchissima e soffice come borotalco, qualche scoglietto per ravvivare la scena e sopratutto nessuno a vista d’occhio. Ecco il nostro campo perfetto.

Mattina dopo controlli d’ordinanza a Giuditta (tutto ok), bagnetto e si riparte.

Da li e per tutta la parte sud dell’isola è un susseguirsi di spiagge e viste mozzafiato. Prima sul lato interno verso terraferma caratterizzato da mare calmo e piatto e poi sul fronte opposto verso l’oceano aperto con onde che si infrangono ora su scogli ora su lunghe spiagge bianche.

Lungo il percorso incontriamo pescatori, tracce di tartarughe, fondali marini e conchiglie a go go.

Ci resta un’ultima cosa da fare prima di ripartire, salire sul monte più alto, il Jebel Al Humr, per ammirare il paesaggio e cercare fossili.

L’isola ci è piaciuta così tanto che alla fine abbiamo deciso di passarci un’altra notte. Dove? Sulla spiaggia dove avevamo visto le tracce delle tartarughe risalite per deporre le uova. Sveglia alle 22:00, alle 24:00 e alle 2:00 ma di tartarughe neanche l’ombra … l’unica grande delusione di questa fantastica isola.

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